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Benvenuti in Arymo

Uno spazio dedicato in cui sapere di potersi fermare, sentirsi accolti, accuditi. Un ambiente privo di aspettative o giudizi. Uno spazio in cui lasciar sedimentare, recuperare sé stessi, i propri ritmi e riprendere una relazione serena con il proprio corpo.
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Arymo / Yoga  / Al passo col respiro

Al passo col respiro

Appunti di viaggio per un’ascesa fruttuosa…

Il sole non è mai così bello quanto nel giorno che ci si mette in cammino.
[Jean Giono]

Mettersi in cammino insieme allo yoga è un’esigenza nata dal desiderio di riprendere la strada, la route, come si diceva a scout, come punto di riferimento per un’esperienza profonda e rigenerativa. La strada che diventa sentiero di montagna, la strada che porta in alto e che ci invita per qualche giorno a modificare le nostre abitudini, le nostre prospettive per affrontare noi stessi e la pratica in modo diverso. La montagna ci mette in contatto con un’energia nuova, sia fisica che mentale, il setting è sfidante e adattativo. 

MENTE, CORPO E RESPIRO IN UNA RELAZIONE COSTANTE

Quando la mente crea l’abisso, il cuore lo attraversa
[Anonimo]

Ce la farò? È la domanda che sottende sempre un’impresa di qualsiasi natura. Il primo ostacolo da superare non è tanto la salita o il maltempo, quanto la prospettiva di una fatica al di sopra delle nostre possibilità, una serie di pensieri ripetitivi e densi che potrebbero compromettere la gioia dell’impresa.  Eppure, è proprio questa “fatica buona” che andiamo cercando, la sfida a trovare una relazione nuova col passo, il respiro, le nostre aspettative.

La pratica ci invita, come sempre ad abbracciare il momento presente, ad accogliere i nostri timori senza lasciare che diventino pietre nello zaino, a portarli fiduciosamente con noi per poi lasciarli andare uno ad uno durante il percorso e fare così spazio alla curiosità, alla solida vitalità del nostro corpo e allo sforzo solo fisico. Piano, piano, nell’aria più leggera e rarefatta delle altezze, ogni esitazione si dissolve, per lasciarci sempre più liberi di gustare la pulsazione della fatica sorretti dall’energia potente della montagna.

Nella vita di tutti i giorni siamo abituati a seguire la mente e i pensieri come se fossero i nostri Guru, a dare per scontato e reale tutto ciò che ci passa per la testa: ansie, preoccupazioni, proiezioni. I pensieri assumono una consistenza sempre più densa e solida da confondersi con la realtà.  Sul sentiero invece, se impariamo ad entrare in risonanza col passo ed il respiro, la mente a poco a poco si sgombra, si purifica. Si crea un silenzio e uno spazio nuovo in cui lasciarci stupire da nuove suggestioni, nuove esperienze, nuovi propositi.

Quando le tue gambe sono stanche, cammina con il cuore
[Paolo Coelho]

Camminare in gruppo consente di condividere momenti di leggerezza e vicinanza, specialmente quando la strada è lieve e consente di poter chiacchierare senza difficoltà e affanno. 

Ma quando il sentiero si inerpica, il respiro cambia e il cuore si impenna, viene il momento di lasciarsi accompagnare dal ritmo che ognuno di noi è chiamato a trovare tra passo e respiro.  È un ritmo unico, personale che chi cammina in montagna sa trovare con pazienza. Ci sono persone “capriolo” che salgono con energia, velocità e slancio, altri che chiamerei “diesel”, che salgono lentamente in maniera costante e che potrebbero andare avanti ore. Quando il sentiero diventa rude ognuno è chiamato a trovare la propria cadenza di passo e respiro che gli consenta di sostenere la fatica semplicemente perché non siamo più aggiogati ai ritmi della mente impaziente che ci vorrebbe vedere già in cima, ma ai tempi del corpo, più sottili e lenti sintonizzati i bisogni energetici più profondi.

Lo sguardo si fissa sul sentiero, i sassi, le rocce, i possibili ostacoli, la concentrazione aumenta. Se in questi momenti impariamo a focalizzare la coscienza sul processo del cammino: l’appoggio del piede che si impegna, lo scarico dell’altro che si solleva, il respiro, lo sforzo, l’aria che ci circonda, il sole o la pioggia, i suoni e rumori generati dagli scarponi, se riusciamo ad essere sempre più silenziosamente assorbiti dall’esperienza, la mente piano, piano si schiarisce come un cielo che si libera dopo la tempesta.  Occorrono circa una ventina di minuti di assorbimento totale nella camminata per generare quello “stato di grazia” che porta il corpo e la mente a produrre endorfine e tutta una serie di sostanze che liberano serotonina e senso di benessere profondo. Pur nella fatica i pensieri si riducono e la mente diventa chiara, focalizzata, creativa.  Si continua a salire consapevoli delle proprie forze, perfettamente calibrate al sentiero, il senso di fatica si sposta sullo sfondo.

SANKALPA, LA BUONA INTENZIONE

Tutti i più grandi pensieri sono concepiti mentre si cammina.
[Friedrich Nietzsche]

Iniziare il cammino con una buona intenzione in tasca è sicuramente un atteggiamento che aggiunge valore all’esperienza. A volte prima di una salita o di uno sforzo prolungato lascio risuonare in me un proposito, oppure una domanda, a cui non riesco a dare risposta nel quotidiano proprio perché mi accanisco con il solito approccio razionale che cerca a tutti i costi la risposta giusta. 

A mano a mano che salendo si crea il processo di purificazione mentale, ci si accorge che il cervello non solo rallenta la produzione dei soliti pensieri ripetitivi, ma ne modifica le qualità.  Dal subconscio cominciano a emergere immagini, intuizioni, idee.  Quasi sempre, dopo un periodo più o meno lungo di meditazione camminata, si crea a livello mentale un setting nuovo e uno spazio in cui poter osservare la vita e i problemi con un atteggiamento più distaccato e creativo.  Su un sentiero ha preso forma il progetto di Arymo, sempre su un sentiero ho visualizzato idee, soluzioni e prospettive nuove per la mia vita.  Si crea un terreno interiore fertile che sarebbe davvero un peccato non sfruttare per aprirci a nuovi orizzonti.

Riuscire a generare camminando questo stato della coscienza vibrante e luminosa è il valore aggiunto di tutta l’esperienza del cammino. Gli scienziati e gli psicologi hanno dato un nome a questo fenomeno ora tracciabile all’interno del nostro cervello, lo hanno chiamato FLUSSO.  Entrare nel flusso capita a chiunque riesca a mantenere per un certo periodo di tempo un’attività fisica costante e concentrata che porti all’assorbimento totale. Non capita solo agli sportivi, ma anche agli artisti, ai musicisti e ai ballerini… È un’esperienza a portata di mano, meno impegnativa della meditazione, perché generata biologicamente dal ritmo di corpo e respiro che modificano la chimica di tutto il sistema.

Allora l’invito per questa nostra avventura è quello di affrontare ogni giorno, ogni pezzo della nostra salita, tenendoci in tasca una buona intenzione, un quesito, una questione alla quale vogliamo sinceramente portare chiarezza. Non significa ripetersi la domanda durante il cammino, è sufficiente dichiararla in maniera sintetica a sé stessi, magari scrivendola su un pezzo di carta e poi affrontare la strada con fiducia.

E allora lasciamo risuonare la nostra prima intenzione:

Possano i nostri piedi scandire il cammino al ritmo del respiro, possa la nostra mente espandersi per abbracciare prospettive nuove.

Buona strada a tutti.

Sentieri Yoga, 24-27 giugno 2022