Riflessioni sull’istinto “a danzare”
Aderire al proprio Sé attraverso il movimento
[I. Duncan]Il movimento dell’universo, condensato in un individuo, diventa ciò che chiamiamo volontà…
VOLONTA’, volontà intesa come la capacità dello spirito umano di determinare le proprie azioni. Sant’Agostino definiva la volontà come quella virtù di aderire al pensiero divino; dal mio punto di vista al divino che risiede in ognuno di noi.
La Danzaterapia è proprio quel processo creativo e terapeutico di trasformazione che affonda nelle radici profonde dell’essere umano diffondendo la virtù della volontà, quella volontà che passa innanzitutto dall’accettazione dei propri limiti per poi trasformarsi nella capacità di affermare i propri ‘sì posso!’, come li definisce Maria Fux.
Nella Danzaterapia questa volontà, che emerge a volte gradatamente altre in maniera prorompente, fa sì che l’individuo ritrovi l’armonia con le forze che lo conducono, così come l’intero Universo aderisce alle leggi che lo governano. L’acqua non desidera sciogliersi dai ghiacciai e scendere per miglia e miglia fino al mare, l’acqua semplicemente è … così nel suo ciclo vitale si trasforma dallo stato solido a quello liquido, quindi a quello gassoso e ancora liquido, così sempre. È quindi a questo essere che conduce la Danzaterapia con la sua grazia e delicatezza; è dalla volontà che risiede in ognuno che si attinge la forza per il cambiamento, l’accettazione e l’adesione alle leggi naturali.
Le forze che ci guidano, che determinano la nostra singolarità e la nostra propensione alla vita, sono forze contro le quali è disumano lottare, eppure è quello che facciamo ogni giorno, è quello che ci viene insegnato fin da piccoli: non ci è permesso seguire la nostra vera natura perché veniamo educati e condizionati da precetti, valori e dogmi che ci allontano dal nostro vero Sé portando spesso sofferenza e malattia. La nostra vera Volontà, quella che ci spinge alla vita, all’autorealizzazione, viene dimenticata, mutilata o seppellita … e così occorre curarsi: farmaci, psicoterapie, terapie del benessere tutto va bene e tutto fa brodo … ma raramente questi rimedi riportano all’origine, anzi il più delle volte risultano essere effimeri palliativi che si limitano a mettere a tacere la profonda sofferenza del cuore.
[E. Cerruto]La Danzaterapia è la danza nella sua forma più semplice: il linguaggio delle emozioni profonde. Nell’azione creativa della danza si realizza un percorso di trasformazione nella continuità, un cammino nella spiritualità del corpo.
La Danzaterapia, come la intendo, come la vivo e come la conduco, ha inoltre un altro obiettivo che è quello di riportare l’essere alla propria vera essenza, all’autentica Volontà, prendendone contatto per conoscerla, assimilarla, respirarla facendola entrare in ogni poro della pelle e poi tradurla in movimento/emozione. Nella Danzaterapia non esiste infatti distinzione tra movimento ed emozione, il movimento è emozione e viceversa e non è così importante capire, analizzare perché nel movimento/emozione è già avvenuto il cambiamento, si è già realizzato l’essere e il movimento danzato riunifica l’uomo alla sua Volontà.
[A. Merini]Non avrei potuto scrivere in quel momento / nulla che riguardasse i fiori / perché io stessa ero diventata fiore, / io stessa avevo un gambo e una linfa.
Nella Danzaterapia questo sentirsi fiore, sasso, albero … l’altro da sé, permette di sentirsi UNO. Si scioglie così la profonda sofferenza della solitudine attingendo al sentimento di compassione che è in ognuno di noi, così spontaneamente la Volontà, che assopita c’è, si risveglia guidando nel moto perpetuo della vita. Moto perpetuo che caratterizza tutto l’Universo e anche la vita di ciascuno, movimento e flusso dove staticità corrisponde a morte e dove cercare l’equilibrio (e non solo in senso fisico ma anche emotivo) è l’espressione stessa della Volontà intrinseca di ogni persona.
BIBLIOGRAFIA:
“La danse de l’avenir” di Isadora Duncan (Ed COMPLEXE)
“Metodologia e pratica della Danza Terapeutica – danzamovimentoterapia tra oriente e occidente” di Elena Cerruto (ed. FRANCOANGELI)